L’ovodonazione è infatti solamente una parte di questa metodica, quella preliminare. Questo perché vengono impiegati degli ovociti prelevati da una donatrice che è esterna alla coppia, mentre il seme utilizzato per fecondarli è quello del partner che è interno alla coppia. Una volta che l’ovocita della donatrice viene fecondato con il seme del partner interno, questi viene poi impiantato nell’utero della partner della coppia e viene ad instaurarsi la gravidanza. Prima dell’impianto, l’utero della partner femminile interna alla coppia viene opportunamente preparato per accogliere l’ovocita fecondato.
Data la grande importanza di questa procedura per una coppia, sono molte le pazienti che chiedono quali siano i tassi di successo al primo tentativo della fecondazione con ovodonazione. Non è possibile dare una risposta universale ed una percentuale che sia valida per tutte, dal momento che bisogna tenere in considerazioni numerose variabili. In più, sappiamo bene che ogni individuo è diverso dall’altro.
Comunque è possibile stabilire che le prospettive di instaurare una gravidanza sono abbastanza buone, dal momento che gli ovociti sono prelevati da una donatrice esterna è stata selezionata accuratamente. Questo passaggio consente dunque di bypassare tutte quelle che possono essere le difficoltà interne alla coppia (scarsa qualità o scarsa quantità di ovociti, età avanzata, ecc.).
Quindi, le probabilità di successo si alzano notevolmente, dato che gli ovociti prelevati sono selezionati nel modo più accurato possibile e alle migliori condizioni possibili.
Percentuali di successo ovodonazione: da cosa dipendono
Dai dati indicati in precedenza è quindi possibile comprendere pienamente che il successo dell’ovodonazione è dato dall’alta qualità degli ovociti, che vengono prelevati da donatrici esterne selezionate con cura. Le condizioni psicofisiche delle donatrici sono ottimi e la loro età media è solitamente di 27 anni (l’età anagrafica non può mai superare i 35 anni). Questo fa sì che si superino tutti i possibili problemi nel concepimento legati all’età della donna.
Infatti, a livello scientifico, è stato possibile verificale che l’età femminile è uno dei fattori che più in assoluto può andare a condizionare il concepimento. Questo sia che si tratti di un concepimento “naturale”, sia che si tratti di un concepimento ricercato tramite tecniche di PMA. È proprio l’età ad andare ad influenzare la fertilità femminile. Il picco di fertilità di una donna si ha, in media, tra i 20 e i 25 anni e poi ha una decrescita nel tempo. Il livello più basso si raggiunge superati i 35 anni, questo perché, man mano, gli ovuli prodotti perdono sia quantità che qualità.
Anche se si tratta di un dato non può essere universale, quando si cerca una clinica per ovodonazione, è anche possibile verificarne le percentuali di successo sul sito ufficiale o su appositi registri. Questo, almeno, se si tratta di cliniche serie e trasparenti nei loro risultati.
Una di queste è la clinica spagnola, con sede a Barcellona, Fertilab, che si occupa di procreazione medicalmente assistita a tutto tondo e quindi anche di fecondazione con ovociti di donatrice. I dati statistici sono stati raccolti e resi pubblici dall’azienda Bureau Veritas, che si occupa proprio di valutazione di conformità e certificazione.
Clinica Fertilab: percentuali di successo FIVET con Ovodonazione
I risultati clinici di Fertilab Barcelona si basano su un fattore in particolare, che poi è quello più importante per una coppia che desidera avere un figlio: la percentuale di parto (quindi di portare un bambino a casa) per ciclo. Si tratta di un valore più importante di quello relativo a un test di gravidanza positivo (beta positive) oppure di una gravidanza valutata tramite ecografia.
La percentuale di nascite nel primo ciclo di Fertilab è dell’86,2%, mentre la media spagnola è solamente del 68,5%. Se si confronta questo valore con quello dell’utilizzo di ovociti propri (sempre mediante la fecondazione in vitro eterologa), si ottiene una percentuale minore influenzata anche dall’età della paziente. Nelle donne di età inferiore ai 35 anni la percentuale di nascite nel primo ciclo è del 63,5%. La percentuale di nascite nel primo ciclo in donne di età compresa tra i 35 e i 39 anni è del 46,5%. Nelle pazienti over 40 si scende al 19,3%.
I risultati presentati dalla clinica Fertilab sono ottenuti mediante trasferimenti di un singolo embrione (blastocisti). L’embrione allo stadio di blastocisti si trova al G + 5-G + 6 (giorno 5, giorno 6) ed è selezionato in base alla massima qualità e alla massima vitalità.
La tecnologia per la coltura è tra le migliori al mondo (Embryoscope +) e viene effettuata propri all’interno della clinica, a Barcellona. Vengono evitate le gravidanze gemellari e le tecniche genetiche utilizzate massimizzano le possibilità di successo già dal primo tentativo.
Ovodonazione: quando serve farla, requisiti donatrice
Nella riproduzione assistita con donazione di ovociti, come già anticipato, una donna ricorre agli ovociti di una donatrice così da aumentare le proprie probabilità (e quelle del proprio partner) di avere una gravidanza.
Infatti, rientrando tra le tecniche di fecondazione in vitro eterologa (FIVET), per ottenere una gravidanza, viene utilizzato un gamete esterno alla coppia (in questo caso, un ovocita femminile, ma in altre tecniche viene utilizzato anche il seme maschile). La donazione di ovociti può quindi essere effettuata in caso di problemi di fertilità o di sterilità comprovata. Più specificamente in caso di: età avanzata della partner femminile della coppia; numerosi aborti, anomalie genetiche o dei cromosomi, scarsa o insufficiente riserva ovarica (sia congenita che precoce), capacità riproduttiva compromessa da qualche patologia e numerosi fallimenti di altre metodiche di PMA.
La donatrice deve essere giovane (di età compresa tra i 20 e i 35 anni) e in perfetto stato di salute fisica e mentale. Per essere certi di avere un’alta percentuale di successo della tecnica, con un embrione sano, non deve avere malformazioni, né malattie genetiche, congenite oppure ereditarie. La sua funzionalità ovarica deve essere nella norma. Le donatrici devono poi passare le analisi del sangue e un esame ginecologico che ne valuti la fertilità.
L’atto dell’ovodonazione deve avvenire in maniera totalmente consapevole, volontaria e gratuito (deve esserci l’intenzione di voler aiutare un’altra donna, e una coppia, ad avere un figlio). La donatrice firma un consenso informato e dona i propri ovociti a una coppia, della quale si impegna a non conoscere mai l’identità.
Come si fa l’ovodonazione: la raccolta degli ovociti
Per impiantare gli ovociti in una donna che si sottopone a un ciclo di FIVET, bisogna, ovviamente prelevarli dalla donatrice. La donatrice viene sottoposta a stimolazione ovarica controllata, che avviene attraverso la somministrazione di ormoni.
Questa stimolazione consente di far maturare più follicoli e quindi di prelevare più ovuli. La paziente viene poi monitorata nel tempo tramite ecografie e prelievi per verificare i dosaggi ormonali. Nel momento in cui i follicoli raggiungono un diametro di circa 16-18 mm, possono essere prelevati. Viene dunque eseguita una procedura chiamata puntura follicolare (o prelievo ovocitario o pick-up). Si tratta di un piccolo intervento chirurgico in cui la donatrice viene anestetizzata localmente.
Nel frattempo, tramite una puntura transvaginale eco-guidata, quindi una puntura guidata ecograficamente ed eseguita attraverso la sua vagina, vengono prelevati gli ovociti. La durata di questo intervento è di circa 20 minuti e generalmente non ci sono complicanze (se non qualche lieve dolore addominale simile a quello avvertito durante il periodo mestruale e qualche sanguinamento vaginale). Dopo, comunque, è consigliato stare a riposo.
Gli ovociti vengono poi trasferiti in laboratorio, dove il personale specializzato ne seleziona i migliori, e l’utero della ricevente viene preparato per l’impianto.