Ovodonazione all’estero: regole e limiti per donatrice e ricevente

14 Febbraio 2023

L’ovodonazione è una delle pratiche di fecondazione assistita di cui si parla maggiormente e non è un caso che si tratti di una delle più utilizzate a livello mondiale da tutte le coppie che vorrebbero avere figli ma, a causa di comprovati problemi di infertilità, non riescono a raggiungere quest’obiettivo naturalmente.

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L’ovodonazione è di un procedimento di fecondazione eterologa che prevede l’intervento di un’ovodonatrice, o semplicemente donatrice, che dona i propri ovuli da impiantare, una volta fecondati con lo sperma dell’uomo della coppia, nell’utero di un’altra donna.

Fino al 2014, in Italia la fecondazione eterologa era illegale. In quell’anno, con una pronuncia della Corte di Cassazione, si è dichiarata l’incostituzionalità della legge 40/2004 in quanto vìola il diritto incoercibile della coppia ad avere figli. I gameti, nell’ovodonazione, vengono sempre donati volontariamente e gratuitamente per evitare che si instauri un vero e proprio commercio, vietato non solo in Italia ma in tutta Europa.

Anche in Europa è in continua crescita il numero di bambini nati con la tecnica dell’ovodonazione. Donatrici e riceventi devono però sempre rispettare determinate regole che possono variare da Stato a Stato. Se in alcuni luoghi del mondo è una procedura anonima (dove vengono comunicati esclusivamente dettagli utili al controllo della gravidanza, come l’età della donatrice, il suo gruppo sanguigno e il fattore RH), in altri non lo è (come in Gran Bretagna o in Danimarca).

Se, poi, si attraversa l’oceano e si arriva in America, l’ovodonazione è vista in maniera molto più ampia e libera dal momento che le donatrici possono anche ricevere compensi per la loro scelta.

 

L’ovodonazione anonima: la situazione in Spagna, Francia e Belgio

Spagna, Francia e Belgio sono al momento gli Stati europei in cui è garantito al 100%, l’anonimato della donatrice. Tra tutti proprio la Spagna è uno dei più avanti in questo senso. Non è raro, proprio per questo, che le tecniche e le regole di procreazione medicalmente assistita spagnole vengano prese come punto di riferimento per molte altre zone del mondo.

Le donatrici spagnole sono sempre anonime e volontarie nonché sottoposte a rigidi criteri di selezione sia per quanto riguarda l’età (tra i 18 e i 35 anni) che la situazione di salute generale (assenza di qualsivoglia malattia genetica). In Fertilab, a Barcellona, nonostante si rispetti questo range d’età, si cerca di non andare mai oltre i 32 anni e, anzi, la media dell’età delle donatrici è di 26 anni. Legalmente, le donatrici non vengono mai riconosciute come genitori del nascituro in quanto questo ruolo spetta soltanto alla ricevente (e quindi a quella che porterà avanti la gravidanza).

Anche in Francia la fecondazione eterologa è abbastanza diffusa al punto che, per molti versi, è stata equiparata a quella omologa (eseguita con gameti prelevati all’interno della coppia). Anche qui non vi è compenso per l’ovodonazione e si rimane anonime. Le regole francesi richiedono per le donatrici che siano già madri e che abbiano un’età compresa tra 18 e 38 anni. Le riceventi (riconosciuta sul piano legale come unica madre del bimbo) può avere al massimo 40 anni.

In Belgio l’ovodonazione è aperta, in qualità di riceventi, a tutte le donne che non abbiano ancora compiuto i 47 anni di età. La donatrice, invece, non può avere più di 37 anni, assume questo ruolo in via esclusivamente gratuita e, per lo più, in anonimato (a meno che non vi siano accordi differenti tra le parti per cui non esiste un vero e proprio limite giuridico in questo senso). A poter essere sottoposti a fecondazione eterologa sono sia le coppie sposate che conviventi oltre a quelle formate da omosessuali che le donne sole.

L’ovodonazione senza anonimato: la situazione in Gran Bretagna e nei Paesi Scandinavi

Se in alcune zone d’Europa, l’ovodonazione è una tecnica che si effettua nel più totale anonimato, in altre questo non è una regola prevista per le donatrici. Esempi lampanti sono la Gran Bretagna e i Paesi della Penisola Scandinava (Danimarca, Svezia e Finlandia).

In Gran Bretagna l’anonimato era obbligatorio fino ai primi anni Duemila ma oggi non è previsto. Questo significa che il bambino, una volta cresciuto e maggiorenne, potrà conoscere l’identità dell’ovodonatrice. Anche le coppie gay possono procedere con questa tecnica: ognuno dei due componenti acquisirà il riconoscimento di genitore.

In Finlandia, Svezia, Danimarca e Norvegia, le donatrici e le riceventi sono sottoposte alle stesse regole. Le donatrici svolgono questa funzione in maniera del tutto gratuita benché non anonima. Anche in uno qualunque dei tre Paesi della Penisola Scandinava, quindi, i figli nati con questa tecnica potranno, diventati maggiorenni, richiedere tutte le informazioni necessarie a conoscere l’identità della donna che ha donato i propri gameti per favorire la loro nascita.

Chi può accedere alla fecondazione eterologa? In questo senso bisogna comunque fare una distinzione: in Danimarca, Svezia e Finlandia l’ovodonazione è consentita alle coppie etero e omosessuali (siano esse sposate o semplicemente conviventi) oltre che a donne sole. In Norvegia, invece, le regole sono un po’ più rigide e concedono la possibilità di accesso alla fecondazione eterologa solo alle coppie in cui l’uomo è sterile o portatore di malattia ereditaria (quindi potenzialmente trasmissibile al nascituro).

 

L’ovodonazione in Europa: la situazione in Grecia

Merita un discorso a parte la Grecia dove la legislazione attuale, in termini di anonimato o meno, prevede condizioni particolari. Qui, infatti, si è trovata una sorta di via di mezzo tra l’obbligo delle donatrici di rimanere anonime e quello di poter essere completamente “rintracciabili”. La donazione, infatti, avviene di norma in anonimato ma nel caso in ci sia necessità di conoscere l’identità della donatrice per malattie del nascituro, questa potrà essere tranquillamente svelata.

 

Ovodonazione all’estero: come stanno le cose in America?

Se in Europa l’ovodonazione e, in generale, la fecondazione assistita ha regole e norme abbastanza strette a cui attenersi, è utile dire che in America procedure di questo tipo sono viste in maniera molto più ampia e libera. Negli USA non ci sono leggi che uniformano tali tecniche in tutti i 50 Stati che ne fanno parte.

Ognuno, infatti, segue delle regole proprie e, cosa assolutamente vietata in Europa, può prevedere la corresponsione di compensi per le ovodonatrici. In America, inoltre, i cittadini hanno la possibilità di scegliere il centro di procreazione assistita migliore dal momento che, per legge, tali strutture devono rendere pubbliche le percentuali di successo ottenute.

 

Fertilab, forti di un successo mondiale

In un settore così delicato come quello di chi desidera fortemente diventare genitore senza riuscire, è fondamentale affidarsi a realtà che non solo siano in grado di comprendere sino in fondo la problematica ma che dispongano, altresì, delle soluzioni ideali.

In Fertilab a Barcellona è possibile trovare tutto ciò, affidandosi ad un’azienda con oltre 20 anni d’esperienza e che si avvale di alcune delle tecnologie più innovative del momento, come l’incubatrice Embryoscope+. Ad ogni donna viene affidata un’équipe medica dedicata che consente di instaurare un rapporto di maggiore fiducia e di avere la certezza di essere sempre seguiti da personale che conosce i propri pazienti alla perfezione perché seguiti durante tutto il trattamento.

I risultati raggiunti in Fertilab dimostrano come l’ovodonazione sia tra le tecniche più valide da adottare in caso di infertilità. Tra il 2019 e il 2020, ad esempio, si è raggiunto il risultato dell’86,2% di nascite per ciclo (bambino a casa).

 

 

 

 

 

 

Dott.ssa Priscilla Andrade

Dott.ssa Priscilla Andrade

Ginecologa presso Clinica Fertilab Barcelona

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