Quali sono i normali valori di estrogeni?
Identificare un valore fisso e univoco di estrogeni è particolarmente difficile, se non impossibile. Questi, infatti, oscillano molto sia durante la vita della donna, sia durante lo stesso periodo del ciclo mestruale o anche durante la gravidanza. Nel complesso possiamo dire che durante la sviluppo follicolare, che porterà poi alla formazione del follicolo maturo o di Graaf, i suoi valori aumentano da 200pg/mL a 400pg/mL, per poi diminuire leggermente nel corso dell’ovulazione e ancora aumentare durante la fase lutea.
I valori basali di questo ormone si attestano invece sui 50 pg/mL.
Il discorso cambia durante la gravidanza: come già detto più volte, questa è una delicatissima fase in cui tutti gli ormoni, compresi gli estrogeni, subiscono una forte variazione proprio in virtù di questa nuova e particolare condizione. Infatti, i valori di estradiolo aumentano progressivamente, passando dai 3000 pg/mL della 12esima settimana, ai 9000 pg/mL della 20esima fino ai 14000 pg/mL a fine gravidanza.
L’organismo umano però non produce solo un tipo di estrogeno, ma a seconda di quelle che sono le modifiche biochimiche dei singoli tessuti, è in grado di produrne diverse varianti. Infatti l’aromatasi, per esempio, è in grado di sintetizzare, 3 diversi tipi di ormoni:
- Estrone: prodotto a partire dal progesterone;
- Estradiolo: usando come base di partenza il testosterone;
- Estriolo: proviene invece dall’androsterone.
Qual è l’impatto degli estrogeni in un trattamento di PMA?
Quando viene proposto alla donna uno o più cicli di fecondazione in vitro, vengono impiegati preparati farmaceutici a base di ormoni, con lo scopo di stimolare la produzione di più ovociti maturi possibili, così come anche preparare al meglio l’endometrio ad un eventuale impianto.
Tra i vari ormoni usati, vi sono proprio gli estrogeni, che vengono impiegati soprattutto come stimolanti della proliferazione e della preparazione endometriale. Quindi è logico pensare che questi vengano usati soprattutto nel caso di transfer embrionali, dove l’embrione viene realizzato già in vitro e deve essere poi solo trasferito in loco.
Normalmente vengono impiegati durante la fase follicolare, così da far crescere l’endometrio e mantenerlo fino a quando il feto e la placenta non inizieranno a produrre estradiolo in maniera autonoma.
In casi selezionati, nei nostri centri, vengono impiegati anche per programmare il ciclo, sia in fecondazione in vitro sia nel caso di preservazione della fertilità.
I preparati a base di estrogeni vengono somministrati per via orale sotto forma di pastiglie o per via transcutanea con l’uso di semplici cerotti. Esistono anche altre vie di somministrazione, meno usuali e più invasive, come la via transvaginale e quella intramuscolare.
Quali sono i vantaggi e gli vantaggi dell’uso degli estrogeni?
La somministrazione esogena, cioè dall’esterno tramite farmaci, ci permette di controllare in maniera più precisa la crescita e lo sviluppo dell’endometrio e quindi della formazione di un ambiente adatto all’inizio di una gravidanza, sia che ciò avvenga con embrioni vitrificati propri (prelevati magari in passato) sia in caso di donazione eterologa (di ovuli o direttamente di embrioni).
Al contrario, però, è da tenere bene a mente come stravolgere i normali valori di estrogeni ha comunque delle controindicazioni, come:
- Possibili neoplasie precedentemente sviluppate dalla donna e sensibili agli estrogeni (tumore al seno o endometrio);
- Presenza di precedenti eventi trombotici: infatti gli estrogeni possono favorire eventi coagulativi, pertanto, nelle donne a rischio o con chiare patologie trombotiche, questi sono fortemente sconsigliati.
Si vede dunque come dietro l’inizio di un percorso di PMA e dunque di trattamento e preparazione farmacologica ci siano molti studi e approfondimenti da seguire caso per caso, prendendo in esame tutta la storia clinica della paziente, affinché il tutto possa precedere nel migliore dei modi e nella totale sicurezza.