Consigli e precauzioni dopo il transfer embrionale

24 Dicembre 2022

Dopo il transfer di blastocisti, la paziente si trova di fronte a un periodo di attesa particolarmente delicato, durante il quale è comune che sorga l’ansia e la curiosità riguardo ai possibili sintomi che possono comparire. In particolare, è normale che si cerchi di cogliere segnali da possibili sintomi per prevedere l’esito del trattamento.

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Questi sintomi possono anche essere influenzati da una serie di fattori quali l’alimentazione e lo stile di vita, che possono essere regolati in modo da favorire l’impianto dell’embrione. Ecco tutte le risposte alle domande più frequenti riguardanti il periodo post transfer embrionale.

 

Cosa succede dopo il transfer embrionale?

Il trasferimento embrionale è una procedura di procreazione assistita che viene utilizzata quando le coppie hanno problemi di fertilità. Si tratta di una procedura in cui gli embrioni creati in laboratorio vengono trasferiti direttamente nell’utero della donna. L’iter è eseguito da tecniche mediche specializzate ed è seguita da un periodo di gestazione naturale come tutte le gravidanze. Il successo del trasferimento dipende principalmente dalla qualità degli embrioni e dallo stato di salute della madre.

La procedura viene solitamente effettuata durante la fase finale della fecondazione in vitro (IVF). Un medico specializzato, solitamente un ginecologo o un medico che pratica l’IVF, inserirà con cura gli embrioni nell’utero della donna utilizzando una cannula sottile ed un ago appositamente progettato per questo scopo. Il trattamento prevede inoltre la somministrazione di alcuni farmaci ormonali per preparare l’endometrio e il corpo all’impianto degli embrioni.

Durante il trasferimento, i medici possono anche effettuare alcune misurazioni e prelevare campioni di liquido uterino (ecografia transvaginale) per valutare le condizioni dell’utero prima del procedimento. Bisogna precisare poi che il numero di embrioni da trasferire dipende dall’età della madre e dal numero di tentativi precedentemente falliti.

Dopo l’impianto dell’embrione, è necessario attendere un periodo di tempo sufficiente per consentire a quest’ultimo di svilupparsi e impiantarsi nell’utero. Il processo può richiedere da alcuni giorni a diverse settimane e, in questo periodo, il corpo materno inizia a produrre piccole quantità di ormoni HCG che vengono testati tramite esami per confermare la presenza della gravidanza.

Se tutto procede secondo i piani, gli embrioni impiantati saranno ben vascolarizzati e in grado di svilupparsi normalmente diventando un feto sano. A questa fase segue un monitoraggio costante da parte del medico con varie analisi del sangue ed ecografie che verificano lo stato di salute del nascituro e la crescita della gravidanza. Anche le visite mediche frequenti sono importantissime per mantenere il controllo sulla salute madre-bambino e assicurarsi che tutto proceda bene finché si arrivi alla nascita felice del bambino.

 

 

Le fasi del processo di transfer

Il processo di trasferimento di embrioni è una procedura che inizia prima degli stadi del trattamento IVF. Si inizia con il monitoraggio dell’ovulazione e la stimolazione ovarica, seguiti poi da un prelievo degli ovuli. Una volta recuperati, gli ovuli vengono fertilizzati dal seme maschile e successivamente impiantati nel tessuto uterino.

Questa procedura è anche nota come implantologia embrionale e può essere effettuata dopo 2-6 giorni dalla fecondazione in vitro (FIV). Il numero di embrioni da impiantare dipende da fattori individuali come età materna, qualità dello sperma maschile, qualità degli ovociti e grave malattia o infezione materna. Una volta che l’embrione è stato impiantato nel tessuto uterino, la donna dovrà seguire alcune raccomandazioni mediche come ad esempio:

  • evitare attività fisica intensiva;
  • assumere farmaci per aumentare le probabilità di gravidanza;
  • mangiare una dieta equilibrata ricca di nutrienti;
  • mantenere bassa la tensione ed evitare stress emotivo.

La donna sarà anche monitorata con test ripetuti durante tutto il periodo per valutarne i progressi stato di salute generale e le condizioni di salute riproduttiva.

 

 

La sintomatologia post transfer di embrioni

I sintomi associati a un trasferimento di embrioni possono variare in base alla persona. Alcune donne non avvertono alcuna differenza rispetto alla loro condizione pre-trasferimento, mentre altre potrebbero notare segnali quali:

  • tensione al basso ventre;
  • contrazioni simili a quelle premestruali;
  • tensione al seno;
  • difficoltà a piegarsi in avanti;
  • fastidio durante la notte;
  • piccole perdite ematiche sul muco vaginale;
  • dolore lombare o addome gonfio.

Tuttavia, nessuno di questi sintomi offre alcuna garanzia di una gravidanza di successo e non possono essere usati come un indicatore per predire il risultato. La diagnosi si può ottenere solo eseguendo un esame del sangue, come prescritto dal centro di PMA. È importante che i test non vengano effettuati prima del tempo prescritto, poiché è impossibile prevedere il futuro.

Il transfer di embrioni può avere un impatto emotivo sulla coppia e può portare un certo grado di ansia nei giorni che seguono l’intervento. Si consiglia un periodo di riposo dopo il trasferimento in modo da permettere alla donna di recuperare dagli effetti fisici che possono essere presenti durante questa fase anche se i sintomi generalmente scompaiono entro 48 ore. Ad ogni modo, si consiglia la massima cautela nell’affrontarli e nel caso in cui si presentino contattare immediatamente il medico per valutare l’eventuale necessità di farmaci antinfiammatori o antidolorifici.

 

 

Comprendere i rischi associati al trasferimento embrionale

Il trasferimento embrionale è una procedura importante che può aiutare le coppie a realizzare il loro desiderio di diventare genitori. Tuttavia, ci sono alcuni rischi associati alla procedura.

È fondamentale essere consapevoli dei possibili rischi prima di iniziare la procedura di trasferimento embrionale. Una delle incertezze principali associate al trasferimento embrionale è quella del fallimento del concepimento. Ciò significa che l’embrione non si attacca all’utero della donna dopo essere stato trasferito e quindi non si sviluppa ulteriormente.

Altro possibile rischio legato al transfer embrionale è la gravidanza multipla, che può accadere quando più di un embrione viene trasferito durante un ciclo. Le gravidanze multiple sono associate a complicazioni più comuni come parto prematuro o basso peso alla nascita, entrambi potenzialmente pericolosi per la madre e per i bambini.

 

 

I comportamenti da seguire dopo il trasferimento

Dopo un trasferimento embrionale, è importante seguire una serie di comportamenti per garantire il maggior successo possibile della procedura. Innanzitutto, è consigliato che i pazienti si riposino per almeno 24 ore dopo il trattamento e limitino i movimenti fisici al minimo.

Si raccomanda di evitare attività faticose come pesante sollevamento o sport estremi per i successivi 10-14 giorni. Inoltre, l’assunzione di cibi salutari e l’esercizio regolare sono importanti per mantenere la salute generale durante questa fase. Se si presenta qualche sintomo post transfer come spotting o crampi, è importante consultare subito il proprio medico curante.

Mantenere un adeguato livello di idratazione in questa fase sarà un altro dei comportamenti benefici ed è fondamentale non assumere farmaci senza aver prima chiesto un parere al medico.

 

 

Riposo: falso mito?

Gli studi effettuati sulla fase di impianto embrionale risalgono a più di 30 anni fa, da quando è iniziata la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Fin dall’inizio si è chiesto se fosse meglio tenere a riposo le pazienti dopo il transfer, ma tutti i dati mostrano che ciò non ha alcun effetto favorente.

Addirittura, alcuni dati dimostrano che un’attività fisica moderata possa in realtà aumentare l’impianto embrionale. Questo perché un organismo sano, con una normale attività motoria, instaura più facilmente una gravidanza.

Anche i rapporti sessuali prima o dopo il transfer possono avere effetti positivi sull’impianto. In definitiva, qualsiasi comportamento delle persone non può influenzare l’impianto dell’embrione in modo negativo, ma anzi può essere benefico se moderato e adeguato.

 

 

Quando è il momento di richiedere una consulenza medica post transfer

Dopo il trasferimento embrionale, è importante osservare attentamente il proprio corpo e cercare di rilevare eventuali segnali di avvertimento. Se si notano reazioni insolite come sintomi simil-influenzali, crampi all’addome, perdite vaginali anomale o dolore durante i rapporti sessuali dopo il transfer, è necessario consultare immediatamente un medico.

Infatti, anche se la maggior parte delle gravidanze prosegue normalmente senza alcun problema, è fondamentale essere informati su possibili complicazioni o rischi. Inoltre, alcune donne potrebbero sentire l’esigenza di parlare con un esperto sulle loro preoccupazioni e domande dopo il trasferimento dell’embrione. Richiedere una consulenza medica in tal caso aiuterà a identificare condizioni cliniche che potrebbero interferire con la gravidanza o evitare complicazioni più tardi nella gravidanza.

 

 

Alimentazione da seguire

Dopo una procedura di transfer di embrioni, seguire un’alimentazione e stile di vita appropriato è importante per favorire l’impianto della blastocisti. Consumare alimenti ricchi di nutrienti essenziali, come frutta e verdura fresche, cereali integrali, pesce magro e prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi può aumentare notevolmente le probabilità che il processo abbia successo.

Evitare cibi che potrebbero influenzare il sistema immunitario o essere nocivi per la fertilizzazione come pane bianco, alcol e carni trasformate. Bere molta acqua in modo tale da mantenere corpo ben idratato è estremamente importante anche dopo un trasferimento embrionale. Inoltre, evitare lo stress fisico ed emotivo può avere beneficio sulla salute complessiva durante questa delicatissima fase.

 

 

Conclusioni

Come medico, è mio dovere dare risposte fredde e tecniche ai miei pazienti. Tuttavia, comprendo profondamente la loro frustrazione emotiva in questo momento, perché non c’è modo di sapere esattamente come andrà a finire.

È fondamentale accettare la situazione così com’è e affrontare con forza quei lunghi giorni di attesa tra il transfer dell’embrione e il test di gravidanza. Lasciamoci consolare dal fatto che abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per aiutarvi nel vostro obiettivo di diventare genitori.

Sia che riusciate nel vostro intento sia che no, non incolpatevi di nulla: ci siamo impegnati quanto voi per raggiungere questo prezioso obiettivo.

Dott.ssa Priscilla Andrade

Dott.ssa Priscilla Andrade

Ginecologa presso Clinica Fertilab Barcelona

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