Data l’accuratezza con la quale vengono selezionate le donatrici, le percentuali di successo di questa tecnica sono piuttosto elevate.
Possiamo dire che questa metodica sia arrivata in Italia abbastanza “in ritardo”. La legge 40 del 2004, infatti, ne vietava l’uso nel nostro Paese. Si è dovuto attendere solamente fino al 2014 per vedere eliminato questo divieto, grazie a una sentenza della Corte Costituzionale. Nonostante il via libera a questa tecnica, ci sono delle limitazioni alla sua attuazione.
In Italia, infatti, solamente le coppie eterosessuali, sposate o conviventi e con entrambi i partner in vita, possono accedervi. Le donne single e le coppie omosessuali non possono farne ricorso. Stando a quanto stabilito dai giudici della corte Costituzionale, diventare genitori è un diritto di qualsiasi coppia.
Anche nel caso in cui dovessero esserci problemi di sterilità o di infertilità o limitazioni genetiche di varia natura. Di conseguenza, tutti i limiti a questa possibilità devono essere eliminati.
Come funziona l’Ovodonazione
Il termine scientifico più corretto per definire l’ovodonazione è “fecondazione in vitro eterologa con ovociti di donatrice”. In questa metodica, infatti, si utilizza un ovocita di una persona che è esterna alla coppia (la donatrice), che viene poi fecondato dal seme di una persona interna alla coppia (il partner maschile).
Di solito si decide di fare ricorso a queste tecniche di procreazione medicalmente assistita se la donna ha una riserva ovarica scarsa oppure se ha patologie che le hanno compromesso la fertilità e la capacità riproduttive. Anche nel caso di anomalie genetiche che potrebbero essere trasmesse al bambino, si può decidere di optare per l’ovodonazione. L’età della donatrice deve essere compresa tra i 18 e 35 anni (dopo quest’età c’è un calo nella fertilità e nella qualità degli ovociti).
Inoltre, deve essere in ottime condizioni psico-fisiche e non deve presentare, nella propria storia clinica, malattie genetiche. Per prelevare gli ovociti dalla donatrice, questa viene prima sottoposta a stimolazione ovarica. Poi si procede con un piccolo intervento per recuperare gli ovociti prodotti (la puntura follicolare) e si procede con la fecondazione in vitro utilizzando lo sperma del partner maschile della coppia. Trascorso qualche giorno di coltura, l’embrione viene trasferito nell’utero della partner femminile della coppia.
Ovodonazione in Italia: i dati statistici
Secondo i dati statistici raccolti, a partire dall’approvazione della FIVET con ovodonazione, le richieste in Italia sono notevolmente aumentati nel corso del tempo. Solo nei primi anni si è visto un aumento 19,29%.
Rispetto alla fecondazione autologa, la fecondazione eterologa è quella che viene più utilizzata e risulta essere circa il 57% del totale delle procedure. Grazie alle alte percentuali di successo di questa tecnica, nell’arco di una decina d’anni la richiesta di sottoporsi a fecondazione eterologa è praticamente raddoppiata, arrivando a superare le mille richieste per milioni di abitanti.
Ovociti per l’ovodonazione: perché non si trovano donatrici
Nonostante un aumento così massiccio delle richieste, come indicato nel paragrafo precedente, in Italia sono sorti problemi nell’assecondare tali domande. Il principale è proprio relativo alla scarsità delle donatrici. Stando alle statistiche del Ministero della salute, infatti, vengono importati dall’estero, nel nostro Paese, praticamente il 95% degli ovociti utilizzati.
Solamente tra il 2015 e il 2016, l’importazione di criocontenitori (che contengono circa 6 o 7 ovociti ognuno), è raddoppiata, passando da circa 3000 a oltre 6000 criocontenitori. Inoltre, comunque, le famiglie italiane non hanno smesso di recarsi in paesi esteri come la Spagna per sottoporsi a procedure di ovodonazione.
In Italia sono poche le donne che decidono di donare i propri ovociti, questo proprio in seguito al ritardo nell’arrivo di questa tecnica (e di altre tecniche di fecondazione eterologa) nel nostro paese. Di conseguenza, c’è anche chi non è proprio a conoscenza di questa possibilità e, le donne che donano i propri ovociti, sono quelle che si sono sottoposte a fecondazione autologa e che, dopo aver avuto una gravidanza andata a buon fine, hanno deciso di donare gli ovociti inutilizzati.
Fecondazione con ovodonazione: perché tanti italiani scelgono la Spagna
Anche se a partire dal 2014 la tecnica della fecondazione eterologa con ovodonazione è completamente legale in Italia, le coppie che nel nostro paese vogliono sottoporsi a questa metodica per diventare genitori, possono andare incontro a dei fastidiosi ritardi burocratici.
Ciò è dovuto proprio alla scarsità di donatrici e alla difficoltà nel trovare gli ovociti da impiantare. Pertanto, sono tanti gli Italiani a recarsi in altri paesi, soprattutto in Spagna, per realizzare il loro sogno. A livello europeo, infatti, la Spagna è il primo paese per quanto riguarda il numero di trattamenti di fecondazione assistita. Mentre è terzo a livello mondiale. Tra le procedure di procreazione medicalmente assistita più eseguite c’è proprio l’ovodonazione.
Le leggi in materia sono molto precise e attente circa la selezione della donatrice. La sua età deve essere compresa tra i 18 e i 35 anni e il suo stato di salute (sia fisico che psicologico) deve essere ottimo. Vanno poi escluse malattie genetiche e malattie sessualmente trasmissibili. La legge fa poi molta attenzione a quello che è l’anonimato. La partner femminile della coppia (la ricevente) non potrà risalire in alcun modo all’identità della donatrice, ma potrà accedere solamente ad alcune informazioni generiche su di lei.
Ovodonazione in Spagna: a chi rivolgersi, le percentuali di successo
Se c’è un aspetto fondamentale che accomuna tutte le coppie che decidono di sottoporsi a tecniche di PMA è il desiderio di avere successo. Di tornare a casa avendo tra le braccia il proprio bambino o la propria bambina. Proprio per questo motivo, è importante scegliere la giusta clinica per la fertilità.
Dato che la Spagna è un paese estremamente all’avanguardia riguardo queste tecniche, sono tante le opzioni da prendere in considerazione. Ai primi posti si colloca la clinica Fertilab Barcelona, che ha sede proprio nella città capoluogo della Catalogna: Barcellona.
Questa clinica permette non solo alle coppie eterosessuali di diventare genitori, ma anche alle donne single e alle coppie composte da due donne. Tra le tecniche proposte da questa clinica, c’è quindi anche quella dell’ovodonazioni. Le sue percentuali di successo sono molto alte e lo sono già dal primo ciclo di trattamento. Stando infatti alle statistiche riportate sul loro sito web, circa l’86% delle pazienti torna a casa con un bambino solamente dopo il primo ciclo di fecondazione con ovodonazione (la media è anche più alta della media generale spagnola, che è circa del 68%).
Questo è un dato statistico importante, perché altre indagini riportano solamente l’aumento delle beta oppure lo sviluppo ecografico della gravidanza, ma non ci danno la certezza di un parto di un bambino sano.
Per quanto riguarda il prezzo dell’ovodonazione in Spagna, varia anche in base alle esigenze delle singole coppie e alle differenze individuali. Comunque si parte da alcune migliaia di euro, ma, con Fertilab, si riesce a ottenere un servizio completo. Nel loro pacchetto sono infatti comprese tutte le procedure relative alla selezione e alla preparazione della donatrice, alla preparazione dell’utero della ricevente, alla fecondazione dell’ovocita con lo sperma del partner maschile e al trasferimento dell’embrione fecondato nell’utero della partner femminile.